sabato 12 novembre 2011

acerra








ALLEGO ARTICOLO DEL GAZZETTINO LOCALE DI ACERRA ALLE FOTO

ACERRA - Il submcommissario firma, il dirigente all’Ambiente non ci sta e intorno alla questione rifiuti nasce un nuovo scontro tra i vertici del palazzo Bianco di viale della Democrazia. Anche nell’area acerrana arriva la “filiera corta”, ma è subito polemica.



Prevista da una direttiva comunitaria, viene recepita attraverso l’Accordo di programma sottoscritto lunedì scorso. Firmatari: Regione, Provincia e i Comuni di Acerra, Caivano, Casalnuovo, Casoria, Crispano, Frattaminore, Pomigliano D’Arco e Volla. In rappresentanza del Comune di Acerra il sub commissario Mariarosaria Picardi che da l’ok nonostante le prescrizioni dell’Ufficio ambiente del Comune, dirigente dott.ssa Maria Piscopo. Siglata negli uffici di piazza Matteotti a Napoli, l’intesa va nella direzione della gestione provinciale del ciclo integrato dei rifiuti. Ciclo, che deve aprirsi e chiudersi nello stesso perimetro provinciale (“filiera corta”, appunto).



Secondo l’accordo, l’obiettivo si concretizza attraverso l’individuazione di cave dichiarate abbandonate o dismesse, dove smaltire i rifiuti umidi prodotti dagli Stir di Giugliano e Tufino, biostabilizzati in appositi impianti da realizzare. La Regione ha regolamentato l’uso del rifiuto biostabilizzato (codice cer 19.05.03, certificato e monitorato) prodotto dalla tritovagliatura e stabilizzazione aerobica del rifiuto urbano prevedendone l’utilizzo come copertura giornaliera e superficiale finale delle discariche, o per riempire cave da attrezzarsi a discariche. La scelta delle cave dovrà risultare idonea ad Asl e Arpac, altrimenti saranno bonificate. Nell’Accordo, 2 sono state individuate a Casoria, 1 ad Acerra, in via Seminario (area di tre ettari). Nessuna, ovviamente, a Pomigliano e/o Casalnuovo dove la Provincia ha nei sindaci importanti riferimenti. Ad Acerra c’è il vuoto politico lasciato da Tommaso Esposito (tante grazie di nuovo) ed uno Stato (la triade commssariale) che fa gli interessi dello Stato, mica quelli dei cittadini. Acerra deve ricordare che in tre gestioni commissariali si soino succeduti ed ufficializzati: la Montefibre, il termovalorizzatore ed ora la ‘Cava Rosano’.



Per questi atti la storia ricorderà le firme di Commissari Prefettizi. Tornando alla Vasca Rosano, l’Ufficio ambiente ne ha interdetto l’utilizzo. Inoltre, perché il comprensorio diventi autosufficiente per le fasi di raccolta, trasporto, recupero e smaltimento, è prevista la realizzazione di altri 17 tipi di impianti. Nell’elenco, si va dai siti di trasferenza e di compostaggio, agli impianti di trattamento meccanico, di percolato, di rifiuti sanitari, materiali edili, oli esausti, amianto e fanghi di depurazione, alle isole ecologiche, piattaforme per rifiuti ingombranti, speciali elettrici ed elettronici con relativi impianti di recupero; tutti da realizzare con finanziamento regionale, gestiti da società costituite dagli enti locali, che dovranno impegnarsi ad individuare siti idonei dove collocarli.



I Comuni che ospiteranno gli impianti e quelli limitrofi beneficeranno di ristori ambientali. Il rispetto dell’Accordo, che durerà fino al 31 dicembre 2015, sarà affidato ad un Collegio composto da rappresentanti degli enti firmatari e 2 delegati dei comitati ambientalisti locali. Il tutto, nella prospettiva di rifunzionalizzare gli Stir di Tufino e Giugliano, consentendo la progressiva riduzione del conferimento di tal quale nelle 2 discariche attualmente in esercizio. Tramite ulteriori accordi, l’Area acerrana può programmare i conferimenti di rifiuto biostabilizzato proveniente da altre aree omogenee, per le operazioni di ricomposizione ambientale.



In linea con gli obiettivi comunitari e nelle more dell’approvazione definitiva dei Piani regionali di gestione dei rifiuti urbani e speciali e del Piano d’ambito della Provincia, ogni Comune deve perseguire la riduzione della quantità dei rifiuti pro-capite, con la soglia minima di raccolta differenziata al 65% (entro 3 mesi dalla stipula dell’accordo), il trattamento integrale di tutto il rifiuto residuo e la messa in discarica di una quantità minima di rifiuti pretrattati.

domenica 16 ottobre 2011

Una rivolta è in fondo il linguaggio di chi non viene ascoltato. (Martin Luther King)
 



La crisi la sta pagando solo il più debole una balalissima frase detta stradetta da politici ceh latitano su una reale soluzione per risolvere il tutto.
La sola soluzione che loro riescono a pensare unico pensiero per loro di stabilità ricapitalizzare le banche.
A cosa serve la ricapitalizzazione delle banche quando il popolo lo sfruttato non può vivere?
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15-10-11

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
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15-10-11ROMA

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
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